Dagli scarti alimentari al riciclo creativo

[banner size=”468X60″ border=”#ec517d” link=”EC517D” url=”EC517D”]

Secondo il Global Food Losses and Food Waste – studio commissionato dalla FAO all’Istituto svedese per il cibo e la biotecnologia (SIK) – circa un terzo del cibo prodotto ogni anno per il consumo umano – all’incirca 1,3 miliardi di tonnellate – viene perduto o sprecato.

Una delle cause, secondo questa ricerca, sarebbe da identificare nell’eccessiva enfasi sull’apparenza posta dalle norme qualitative imposte dai supermercati; sebbene lo studio riveli come il consumatore sarebbe disposto a comprare anche prodotti che non rispondono a tali standard, a condizione che siano garantiti dal punto di vista della sicurezza alimentare e del gusto.

Fortunatamente, negli ultimi anni sono state intraprese alcune iniziative: in Germania – per esempio – è stato avviato il progetto Culinary Misfits; una nuova forma di catering, che si occupa di reperire frutta e ortaggi scartati da ristoranti e supermercati – perché considerati difettosi dal punto di vista estetico – e di impiegarli per la preparazione di piatti dall’aspetto invitante e creativo.

Per quanto riguarda il nostro Paese – nel quale ogni anno vengono sprecati prodotti alimentari ancora perfettamente commestibili per un ammontare di 1,5 milioni di tonnellate, pari a un valore di mercato di 4 miliardi di euro – un gruppo di ricercatori della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, guidati dal Prof. Andrea Segré, ha intuito la possibilità di prolungare, attraverso un meccanismo virtuoso,  il ciclo di vita di un prodotto oltre la fine del primo stadio di consumo. E’ nato così il Last Minute Market, che il Prof. Segré, nel suo ultimo libro intitolato “Lezioni di ecostile” racconta così: “Last significa ultimo, ma con un doppio senso: l’ultimo minuto perché dobbiamo fare in fretta, i prodotti scadono, sono danneggiati, li dobbiamo consumare presto, ma ultimo anche perché i beneficiari sono gli ultimi della società.”

Last Minute Market offre infatti la possibilità alle imprese di donare i prodotti di scarto – eliminando così i costi di smaltimento – alle Associazioni no profit che si occupano di fornire pasti a persone in condizioni di disagio economico o sociale. Ma perché il progetto funzioni, occorre che il processo di raccolta e consumo avvenga entro un raggio di pochi chilometri, in modo da eliminare eventuali ulteriori costi di conservazione e di trasporto. Andrea Segré sottolinea infatti la necessità di sfruttare “la prossimità riducendo lo spazio e il tempo in modo che siano evidenti i benefici diretti e indiretti di quest’azione e le sue ricadute positive”.

La Provincia di Ferrara ha fin dagli inizi aderito al progetto, ma negli ultimi anni sempre più imprese e istituzioni – come il Comune di Bologna e la provincia di Ancona- hanno richiesto l’aiuto del LLM per attivare processi di recupero dello spreco; e si sono moltiplicate iniziative come le “cene degli avanzi” per esempio durante  il Festival Torino Spiritualità e quella organizzata da Slow Food al termine del Salone del Gusto.

L’obiettivo del Last Minute Market, sottolinea però Segrè, è prima di tutto culturale: è essenziale infatti “agire a monte prima dello spreco”, riappropriandosi cioè di quel concetto di sufficienza che nel tempo si è perso a vantaggio del concetto di accumulo e innestando un nuovo meccanismo virtuoso a favore di un sistema eco-nomico ed eco-logico.

Fonti:

http://culinarymisfits.de

http://theculinarymisfits.blogspot.it

http://www.good.is/posts/culinary-misfits-saving-ugly-vegetables-from-rejection

http://www.fao.org/news/story/it/item/74192/icode/

http://www.lastminutemarket.it

http://www.greenme.it/consumare/eco-spesa/3277-last-minute-market-il-km-zero-dello-spreco

Andrea Segrè, Lezioni di ecostile, Mondadori, 2010

[banner border=”EC517D” link=”EC517D” url=”EC517D”]